Il condono edilizio del 2024 permetterà di sanare, come al solito, soltanto determinate categorie di abusi. Ecco a quali fare riferimento.
Il nuovo condono edilizio 2024 permetterà di sanare solamente determinati abusi. Oltre ad essere interessante capire quali abusi potranno essere posti sotto sanatoria, sarà altrettanto utile comprendere come ottenere questo procedimento.
Tutto quello che serve sapere è contenuto all’interno del decreto legislativo chiamato Salva Casa, ideato proprio per contrastare l’annosa questione degli abusi edilizi. Motivazioni per cui numerose compravendite immobiliari non si verificano, senza contare al rischio che comportano per l’incolumità.
Ci sono inoltre dei rischi legati alla loro illegalità, a rendere il tutto molto più dannoso per chi è il protagonista in negativo di un abuso edilizio. Come si potrà scorgere dai prossimi paragrafi, questo illecito può causare al proprietario di turno sentenze quali reclusioni e multe molto salate.
Tutti verdetti che non fanno certamente piacere, considerando che in caso di lavori urgenti da commissionare si dovrà rimanere per forza di cose fermi al punto di partenza. Senza le giuste concessioni e approvazioni, nessun lavoro potrà essere inaugurato.
A proposito di abusi edilizi, ecco cosa sono e in cosa consistono nello specifico.
Un abuso edilizio consiste nella realizzazione di un intervento edilizio senza aver prima ottenuto il permesso apposito. E soprattutto, senza aver dichiarato a chi di interesse l’inizio della data di intervento. Fare ciò senza alcuna notifica è esattamente ciò che costituisce l’abuso in sé.
Si tratta di un illecito amministrativo per cui si configura un reato penale, e prevede ovviamente delle sanzioni. Si può infatti incappare in un arresto oppure in una multa per abuso, che può variare a seconda della varietà di quanto commesso.
Nei casi più gravi si possono ricevere fino a due anni di reclusione, oppure delle ammende dal valore di addirittura 51.000 euro. Tornando sull’argomento principale di questo articolo, laddove presenti gli abusi edilizi possono essere sanati, proprio come nel caso del decreto legge precedentemente citato.
Come per ogni reato penale, esiste anche un periodo di tempo in cui subentra la prescrizione del reato in questione. Se non ci sono stati atti di interruzione, la prescrizione può entrare in gioco anche dopo 4 anni, in prescrizione breve dunque.
Se invece le parentesi di interruzione ci sono state, la prescrizione avverrà dopo circa 5 anni. Se invece ci sono di mezzo sanzioni amministrative, possono essere richiesti anche 10 o 20 anni prima che l’abuso edilizio cada in prescrizione.
Il condono edilizio del 2024, come anticipato nel corso dell’introduzione, permetterà di sanare svariati abusi edilizi. Sarà infatti tollerata questa operazione, ma solamente se gli abusi in questione non superano una determinata soglia.
Una delle prime novità che questo decreto ha proposto riguarda gli interventi di edilizia libera. In particolare per quanto riguarda la protezione dal sole e dagli agenti atmosferici. Verranno inoltre ampliate le VEPA, ovvero le vetrate panoramiche amovibili.
La realizzazione di queste opere, che si distinguono tra tende e quant’altro, non richiederà in alcun modo il coinvolgimento del Comune. Nonostante questo, il regolamento imposto dal condominio in questione non potrà comunque essere sorvolato.
Questa è sostanzialmente la novità principale introdotta in questo nuovo decreto. Il resto del suo contenuto si riferisce al mondo in cui la sanatoria può essere ottenuta. Ma prima di parlarne, è lecito capire quali siano gli abusi edilizi che possono essere sanati dal condono edilizio del 2024.
Tra questi abusi edilizi possono essere distinte tre tipologie di categorie differenti, le quali sono approfondite nel documento originale del decreto.
La prima categoria di irregolarità che possono essere sanate comprende le difformità formali, ovvero tutte quelle irregolarità che sono più frutto di divergenze interpretative dell’immobile, piuttosto che di illeciti veri e propri. Si tratta dunque di un abuso di forma tendenzialmente leggere, anche legalmente.
La seconda categoria riguarda invece le difformità edilizie interne, meglio note come tolleranze costruttive. Anche in questo caso, nonostante si stia spaziando sempre di più, c’è un certo margine di tolleranza.
Queste difformità rappresentano in sostanza il risultato finale di interventi dilazionati nel corso del tempo, realizzati in un periodo precedente a quello attuale da proprietari che non hanno osservato le norme vigenti. Sono quindi irregolarità derivanti dalla responsabilità e dall’iniziativa di terzi.
La terza categoria cita il caso della doppia conformità: ecco di cosa si tratta. Si parla di doppia conformità nel momento in cui si richiede la conformità sia per la disciplina edilizia durante il momento della realizzazione, sia durante il momento della richiesta del titolo. Ciò non è mai stato consentito.
Ma a quanto pare, col nuovo decreto legge, sarà una categoria di abusi edilizi che potrà finalmente essere posta sotto sanatoria.
Il condono edilizio del 2024 si ottiene esattamente nella solita maniera. Si tratta di un procedimento a tutti gli effetti lungo, tortuoso e molto difficile da sostenere a livello burocratico. Tuttavia, fortunatamente soprattutto negli ultimi anni la situazione sembra essere migliorata molto.
Ogni Comune presenta all’interno del proprio organico un ufficio apposito per le pratiche di condono edilizio. All’interno di queste sedi si possono chiedere informazioni quali date di scadenza, documenti utili da presentare e soprattutto i moduli necessari per presentare le proprie richieste di sanatoria.
Regolarizzare le difformità edilizie ha tuttavia un costo, che a seconda della propria condizione può variare da mille euro fino ad un massimo di oltre 30.000 euro. Ma si parla di situazioni dove gli abusi riguardano interi edifici.
Per quanto riguarda le tempistiche di attesa, invece, solitamente si dovranno attendere circa 60 giorni. Proprio per questo motivo, all’inizio di questo paragrafo si è parlato di procedimento lungo. Nel caso in cui durante questo lasso di tempo non si dovesse ricevere alcuna risposta, la richiesta non sarà andata a buon fine.
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