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04 Mar, 2024
Posted by Andrea De Fazi
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Impianto fotovoltaico: ecco quale impatto ambientale può avere

Ti sei mai chiesto quale sia l’impatto ambientale di un impianto fotovoltaico? Ecco alcuni miti da sfatare riguardo questa tematica.

Una delle questioni più importanti che si celano dietro un impianto fotovoltaico, riguarda l’impatto che questo può avere sull’ambiente. Come spesso accade, dietro questo argomento ci sono pareri fortemente discordanti. C’è infatti chi vede questo approccio come sostenibile a livello ecologico, e dunque di basso impatto, e chi invece sostiene l’esatto contrario.

Come al solito la risposta corretta sono in grado di fornirla solamente i dati, e gli studi in materia. Dunque, ecco un articolo di approfondimento su come un’installazione del genere può comportarsi nei confronti dell’ambiente. Tramite una valutazione oggettiva e appurata a livello scientifico, ci si potrà finalmente fare un’idea (corretta) in merito.

Che impatto ha un impianto fotovoltaico sull’ambiente?

Come anticipato appena poche righe sopra, esistono varie scuole di pensiero che si celano dietro a questa tematica. Se da un lato è vero che il fotovoltaico sia ottimo per via delle opportunità che può offrire, da un lato bisogna prestare attenzione al modo in cui l’ambiente circostante potrebbe reagire. Prima di affrontare un discorso così complicato, bisogna strutturarlo su più parti. Ovvero, stilando tre punti in totale:

  • Produzione
  • Consumo
  • Smaltimento

Scomporre questo discorso in tre punti distinti tra loro, è fondamentale per capire come a livello scientifico il fotovoltaico abbia un impatto estremamente positivo a livello ambientale. Essendo infatti installazioni che si basano sul riciclo e sulla generazione continua di energia in quantità illimitata, vien da sé che il suo impatto sia tutto tranne che negativo.

Impianto fotovoltaico

Del resto, il fatto che questo materiale venga definito “energia rinnovabile” non è affatto casuale. Chiaramente, seppur lieve, una piccola percentuale di carbonio in questi impianti è presente eccome. Ma si tratta di quantità completamente insufficienti, per poter in maniera significativa il luogo in cui vengono installate.

Produzione nel fotovoltaico: descrizione del processo

Il processo di produzione nel fotovoltaico avviene tramite un meccanismo altamente specifico. Si parte inizialmente dall’estrazione del quarzo, ovvero il diossido di silicio, che a sua volta deve essere trasformato in silicio cristallino. Per fare in modo che ciò avvenga, è necessaria la presenza di impianti che lavorano ad alta temperatura in maniera costante. Ciò richiede un consumo di energie e di risorse non indifferente, che indubbiamente ha un suo peso specifico per l’ambiente circostante.

La notizia positiva circa l’utilizzo di questo materiale, è che non avendo alcuna componente tossica lo si può utilizzare in maniera pulita. Dunque, senza contaminazioni che lo rendano pericoloso, sia per il prossimo che per la natura su cui si posa. Il silicio è presente in natura in grandi quantità, tanto che in termini di disponibilità a livello naturale risulta essere secondo soltanto all’ossigeno.

Quasi tutti i pannelli fotovoltaici sono costruiti grazie al silicio. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non è affatto una presenza predominante per la costruzione delle celle fotovoltaiche. Sebbene sia di fondamentale importanza, questo elemento rappresenta soltanto il 2% del peso totale di ogni impianto. Dunque, a rigor di logica, la sua presenza è ampiamente ridotta (in termini di quantità).

In conclusione, il quarzo e in un secondo momento il silicio, non minano in alcun modo alla “sostenibilità” degli impianti fotovoltaici. Dopo aver parlato di produzione, la tematica in questione proseguirà con i consumi: in termini di impatto, quanto incidono sull’ambiente? Proseguiamo con la lettura.

Quanto inquina un impianto fotovoltaico in funzione?

La credenza comune, quando si parla di energie rinnovabili, consiste nel sostenere che un impianto fotovoltaico in funzione abbia un elevato impatto ambientale. Dati alla mano però, si possono ottenere risposte decisamente differenti. A livello puramente numerico, ogni pannello impiega circa due anni per “risanare” l’equivalente del carbonio prodotto per la sua installazione.

Ciò significa che un impianto con più pannelli ci impiegherà 1/dodicesimo del suo intero ciclo vitale, che si ricorda essere dalla durata di circa 25 anni. Un impatto decisamente molto basso, specie se rapportato agli impianti risalenti a circa cinquant’anni fa, che sono stati rinnovati e che hanno tempi di risposta decisamente migliori. Senza contare il paragone con le fonti non rinnovabili, i cui risultati sono molto più invitanti.

A proposito di inquinamento circostante, bisogna considerare come sia esso stesso a ridurre l’efficacia di questi impianti. È importante che ci sia una copertura di energia rinnovabile sempre più capiente, per poter contrastare questo fenomeno che prosegue ormai da anni. Il terzo e ultimo punto che verrà analizzato a breve, riguarda invece lo smaltimento degli impianti fotovoltaici.

Come avviene il processo di smaltimento?

Come anticipato prima, il ciclo vitale medio di un impianto dura all’incirca 25 anni. Per quanto questo periodo sia fondamentale, l’impianto messo in funzione continuerà a svolgere il suo compito producendo energia in maniera costante. Tuttavia, essendo a fine ciclo si dovrebbe comunque procedere con la sua sostituzione, la quale per avvenire in maniera regolare deve seguire una procedura precisa.

La normativa locale prevede infatti che chi di dovere si debba recare presso un centro RAEE, affrontando un processo burocratico composto da pochi passaggi. L’acronimo in questione indica i rifiuti di apparecchiature elettroniche ed energetiche, categoria che si sposa alla perfezione con gli impianti fotovoltaici. Compilando un semplice modulo si dovranno separare rifiuti quali alluminio, plastica e molto altro. Buona parte di essi saranno destinati a produrre nuovi impianti tramite il riciclo.

Ogni materiale che compone i pannelli installati è totalmente riciclabile. Per fare in modo che questi materiali vengano utilizzati, vien da sé che questo vengano smaltiti nella maniera corretta. A seconda della data di riferimento della normativa, la procedura sarà a pagamento. Per la precisione, dovranno pagare per lo smaltimento solamente i proprietari di impianti realizzati prima del 12 aprile 2014. Se invece la data di nascita degli impianti dovesse risalire alle date successive, sarà tutto gratis.

Tramite questi tre punti, si è potuto vedere come a livello generale il fotovoltaico abbia un impatto ambientale molto basso. Ogni impianto ha un suo funzionamento e un processo di smaltimento che, dati alla mano, ha un’influenza irrisoria sull’ambiente circostante. Se sei in cerca di un’alternativa sicura, affidabile e costantemente rinnovabile nel corso del tempo, scopri come possiamo esserti d’aiuto cliccando ora su questo link.

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